Sede Comunale

Descrizione

Il Municipio è il punto di riferimento per la vita amministrativa e politica della città.

Il Paese

 


L'antico borgo di Castelbellino, un paese piccolo ed accogliente, sembra riportare chi lo visita indietro nel tempo, dove ogni pietra ha un ricordo, ogni strada ha una storia ed ogni angolo una magica sorpresa.
Qui è possibile girovagare per cercare ricchezze culturali poco note, affogando il senso del tempo nella suggestione antica di mura potenti, portali severi, colori e paesaggi incantevoli.
Anche l'olfatto è coinvolto, squisitezze profane come l’odore dei vincisgrassi (tipico piatto marchigiano) che, dalle piccole finestrelle scavate nelle mura, pervade il borgo o il profumo irresistibile del vino Verdicchio che proviene dalle grotte castellane adibite a cantine.
Giunti all’inizio del paese occorre lasciare la macchina per proseguire a piedi e scoprire alla fine delle molteplici viuzze corte e contorte ,gli scorci panoramici sulla valle dell’Esino. Parallela alla strada d’accesso principale c’è una tortuosa via in salita che conduce a Piazza San Marco e al centro storico, fatto di vicoli stretti, ripide scalinate e suggestive piazzette.
Qui si possono ammirare le mura castellane del XV secolo e percorrere un emozionante giro per le vie del borgo antico che conservano tutto il fascino dei tempi passati.
Alla sommità del castello, una volta attraversato l’antico arco di via Proferno, è possibile sedersi in una delle panchine del giardino ad ammirare la vallata dell’Esino che si presenta davanti agli occhi.
In Piazza San Marco sorge la Loggetta Belvedere, di epoca rinascimentale. Un tempo adibita a mercato coperto è oggi uno degli angoli più suggestivi di Castelbellino: da qui è possibile godere di una vista a perdita d’occhio sulle morbide colline che si accavallano l’un l’altra fino al mare.

Il Territorio

Con  i  suoi  5,93  kmq.  Castelbellino, per estensione, è il più piccolo comune della Provincia di Ancona ed attualmente anche uno dei più densamente abitati. Confina con il territorio di Maiolati Spontini, Monte Roberto e Jesi. Si estende dai 268 metri sul livello del mare del centro storico ai 92-80 metri del corso del fiume Esino lungo il quale si adagia la parte a valle del territorio.
La sua caratteristica posizione, vicinissima alla pianura ma elevata, lo avvicina ai paesaggi del pre-appennino marchigiano, su cui domina l'azzurra visuale del monte San Vicino. E' il primo dei castelli che si incontra, a destra, risalendo da Jesi la media valle dell'esino, sulla quale dal paese ci si affaccia come da un balcone abbracciando con lo sguardo il corso del fiume, l'ampia valle, la pianura sottostante e le colline che digradano verso l'orizzonte. Le pendici della collina sono ricche di vigneti e di vegetazione con zone di verde e di querce che caratterizzano il tipico aspetto agricolo tradizionale integrato in un panorama particolarmente godibile. Castelbellino si trova nella zona vitivinicola del verdicchio dei castelli di Jesi.
Un "quadro naturale di rilevante bellezza" sottoposto a tutela paesistica da un Decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 5 marzo 1977.
A valle nelle aree ancora non urbanizzate, le coltivazioni ortofrutticole in maggioranza danno il reddito più alto insieme alla tradizionale coltivazione a grano.
Gli insediamenti urbani sviluppatisi negli ultimi decenni nella Frazione Stazione e quelli artigianali ed industriali in località Scorcelletti, hanno trasformato profondamente un territorio che per secoli era rimasto immutato.

Il toponimo

Il nome più antico di Castelbellino è Morro Panicale e risale agli anni attorno al mille come Castrum Murri e de Murro Panicale.
Morro da "morr" o "murr", voce di origine preromana che indica generalmente alture, rocce, spuntoni, more di sassi e simili.
Panicale, da "panicalis", "panicum", panico. "Il panico, pianta delle graminacee i cui semi minuti costituiscono un ottimo alimento per gli uccelli, costituiva in età medioevale il cibo  della  gente rustica".
Con il termine Panicaglia o Trivio, fino al Settecento, si indicava  l'ampia  zona  a valle di Castelbellino fino all'Abbazia di S. Apollinare, ad un balcone abbracciando con lo sguardo il corso del fiume, l'ampia valle, la pianura sottostante e le colline che digradano verso l'orizzonte.
Il mutamento del nome da Morro Panicale in Castel Ghibellino, Castel Gibellino, poi in Castel Bellino e Castelbellino, avvenne agli inizi del Trecento, quando fuoriusciti "ghibellini" da Jesi si rifugiarono nel castello, lo restaurarono e gli diedero il nome della loro fazione. Altri comunque ritengono il toponimo composto di "castello" e di un nome di persona Bellinus, Bellino attestato con frequenza nelle carte medioevali.

La storia

Le origini di Castelbellino sono antichissime: diversi ritrovamenti archeologici, alcuni abbastanza recenti, testimoniano la presenza umana in età pre-romana.
Nella Frazione Pantiere, situata a valle, fu ritrovata nel 1939 una statuetta di notevoli dimensioni raffigurante un Ercole italico dei primi decenni del V sec. a.C.. 
Le prime notizie storiche del castello risalgono all’alto medioevo, quando la famiglia degli Attoni di Jesi decise di fondare una fortezza sulla collina per esercitare meglio i suoi diritti feudali nella fertile zona circostante. Allora il nome di Castelbellino era Morro Panicale.
Nel 1194 Morro Panicale viene annesso, con relativo atto di sottomissione, al dominio di Jesi.
Verso la metà del XIV secolo, per essersi schierato contro l'esercito del cardinale Albornoz, il castello venne distrutto e i capi ghibellini esiliati. Tenacemente ricostruito, dovette però di nuovo far fronte ad un episodio del genere nell'anno 1517.
Verso la fine del XVII secolo sorsero le prime abitazioni fuori le mura del castello e nel pendio, volto a sud, si aprì una piazza, per quei tempi molto grande, fiancheggiata da un piccolo mercato coperto. Con la fine del contado di Jesi, in seguito all’annessione delle Marche al napoleonico Regno d’Italia del 1808, Castelbellino fu unito a Monte Roberto e San Paolo di Jesi formando una sola realtà amministrativa. I tre comuni ritornarono autonomi nel 1818, autonomia confermata poi nell’assetto amministrativo seguito all’Unità d’Italia.
Per diversi anni abitò a Castelbellino Garibalda Canzio, nipote di Giuseppe Garibaldi. Garibalda si stabilì a Castelbellino al seguito di sua sorella Anita e qui restò fino alla morte avvenuta nel 1969.
 
Castelbellino negli anni subì le invasioni di goti, bizantini, longobardi e franchi.
Ad un primo popolamento, riconducibile all’età del ferro, seguirono l’insediamento dei piceni prima e la dominazione romana poi.
Nel 1079 il Conte Ugo degli Ottoni dona all'Eremo di Camaldoli un appezzamento di terra situato in territorio di MORRO PANICALE per costruirvi l'Abbazia di San Giorgio (presso Pianello Vallesina).
E' la prima menzione che troviamo in documenti storici di Morro Panicale - Castelbellino.
Nel maggio 1194 il conte Trasmondo di Morro Panicale, figlio e nipote dei conti di Jesi, fece atto di sottomissione al Comune di Jesi, dando così il via alla costituzione di quel dominio che resisterà, fra alterne vicende, fino al 1808, con l’annessione delle Marche al Regno Italico di Napoleone.
Schieratasi contro il cardinale Albornoz venne distrutta verso la metà del Trecento dagli eserciti papali e annessa allo Stato Pontificio.
Non è facile quindi individuare il nucleo primitivo del castello e delle sue mura che costituirono il Castrum Murri dal XI al XII secolo. Accresciutosi negli anni, il castello fu restaurato con una nuova cinta muraria verso la metà del Trecento dai Ghibellini che vi si insediarono dopo essere fuggiti dalla vicina Jesi.
Nel 1517 Jesi e tutti i castelli della Vallesina, compreso Castelbellino, vennero saccheggiati indiscriminatamente ed incendiati dal Duca di Urbino Francesco Maria della Rovere che, con le sue truppe mercenarie, fece una campagna di riconquista delle terre della Marca dopo aver sconfitto Papa Leone X. Fu l'ultimo episodio di una certa importanza prima dei fatti del secondo conflitto mondiale subito da Jesi e dai suoi castelli, anche se nei secoli successivi ci furono passaggi di vari eserciti con le stesse modalità di rapina e di violenza. Alla fine del XVIII secolo fu poi invasa dai francesi, entrando a far parte del cantone di Apiro.
Il territorio di Morro Panicale si estendeva a gran parte della zona collinare degli attuali comuni di Castelbellino, Monte Roberto e Maiolati Spontini e alla pianura sottostante. A Morro Panicale seguirono i castelli di Moie e Ripe, poi Rovegliano, Monsanvito, l'abbazia di San Urbano, Apiro, Sasso, Serra San Quirico e via via tutti gli altri castelli dell'intera valle.
Alla fine del Duecento il castello è sede del Plebanatus Murri o Plebs Sancti Blasii Et Sancte Lucie De Murro Panicalie, circoscrizione territoriale ecclesiastica molto più antica che comprendeva il territorio di Castelbellino, Monte Roberto e Maiolati.
Proclamata la Repubblica Romana il febbraio del 1798, le Marche furono divise in tre Dipartimenti: del Metauro, del Musone e del Tronto. Castelbellino, dal 1 aprile, fece parte del Dipartimento del Musone e del Cantone di Apiro insieme ai castelli a destra del fiume E1sino.
Con la fine del contado di Jesi, seguita all'annessione delle Marche al napoleonico Regno d'Italia nel 1808, Castelbellino fu unito a Monte Roberto e San Paolo di Jesi formando una sola realtà amministrativa, con un unico Sindaco residente a Monte Roberto ed un Consiglio comunale formato da rappresentanti dei tre paesi. I tre comuni ritornarono autonomi con il 1 gennaio 1818; la comunità di Castelbellino, tuttavia, fu soggetta alla Podesteria di Monte Roberto ma qualche anno dopo, con un editto del Segretario di Stato Card. Bernetti sul Nuovo Regolamento dell'Amministrazione dello Stato, si deliberò la soppressione dei potestà e la restituzione dell'autorità giudiziaria comunale ai capi delle rispettive magistrature comunali.

I Sindaci dal 1940 ad oggi
Latini Tommaso (Commissario Prefettizio) dal 1940 al 1942, Paolucci Annibale (Commissario Prefettizio) dal 1942 al 1943 Petrocchi Giuseppe (Commissario Prefettizio) nel 1944, Conigli Gaetano (Sindaco) dal 1944 al 1945 Siniscalchi Marciano (Commissario Prefettizio) nel 1945 Anibaldi Alessandro (Commissario Prefettizio) dal 1945 al 1946, Anibaldi Alessandro (Sindaco) dal 1946 al 1947, Schirinzi Nicola (Commissario Prefettizio) nel 1947, Romiti Elio (Sindaco) dal 1947 al 1951, Paradisi Antonio (Sindaco) dal 1951 al 1953, Gasparini Giovanni (Sindaco) dal 1953 al 1960, Antonucci Adriano (Sindaco) dal 1960 al 1970, Romiti Elio (Sindaco) dal 1970 al 1975, Caruso Giovanni (Sindaco) dal 1975 al 2004, Papadopoulos Demetrio (Sindaco) dal 2004 al 2014, Cesaroni Andrea (Sindaco) dal 2014 ad oggi.

I caduti in guerra (1915 - 1918)
 
Monumento di Castelbellino:
Anibaldi Vico, Cardinali Catullo, Contadini Enrico, Filipponi Antonio, Fioretti Guglielmo, Fossi Aquilino, Novelli Giuseppe, Paolucci Antonio, Piccioni Pietro, Pistelli Luigi, Pollonara Luigi, Ruggeri Giuseppe, Scorpati Anacleto, Silvestri Enrico, Viola Elio, Viola Francesco,Ceci Cesare, Chiodi Don Giovanni, David Paolo, Federici Giuseppe, Giampaoletti Alberico, Massaccesi Orlando, Merli Ezio, Schiavoni Giulio.

Monumento di Pantiere: 
Domenico, Bigi Mariano, Fioretti Guglielmo, Bambini Enrico, Barboni David, Belli Ginesio, Cecchetti Marino, Massaccesi Orlando, Mattioni Domenico, Paolucci Eugenio, Pirani Giuseppe, Santarelli Cesare, Tiberi Giovanni, Vecchioni Nazzareno, Giulioni Francesco.

Momumento di Pianello Vallesina:
Ricci Giuseppe, Alessi Augusto, Alessi Enrico, Alessi Settimio, Barbini Enrico, Bianchi Pacifico, Bianchi Ugolino, Bini Antonio, Boria Pietro, Caprari Norberto, Cardinali Rinaldo, Cerioni Vincenzo, Ciattaglia Giovanni, Cimarelli Giuseppe, Cingolani Secondo, Cotica Aurelio, Fattori Giovanni, Fava Enrico, Fioretti Giovanni, Fossi Domenico, Fossi Ugolino, Gabbarini David, Garofoli Alberico, Gentili Giuseppe, Lucarini Luigi, Marchegiani Ezio, Peloni Riccardo, Quaresima Ezio, Renzi Giacinto ,Santarelli Angelo, Santoni Sante, Scortechini Luigi, Staffolani Beniamino, Tesei Serafino, Borioni Costantino, Ciarmatori Cesare, David Giacomo, Giannini Egidio, Gigli Guido, Mosca Adolfo, Tesei Enea, Zingaretti Antonio, Scortechini Giuseppe.
 
Caduti in guerra (1940-1945)

Monumento di Castelbellino:
Barcaglioni Giuseppe, Filipponi Corrado, Gianpaoletti Alfredo, Mazzarini Vittorio Ruggeri Ivo.

Monumento di Pantiere:
Maurizi Enrico, Nicoli Valdoro, Tiranti Giuseppe,  Ruffini Otello.

Momumento di Pianello Vallesina:
Anibaldi Primo, Campanelli Sirio, Cerioni Armando, Cerioni Gino, Calamita Ezio, Peloni Albrico, Socci Gino, Topa Augusto, Sgreccia Giuseppe, Tiberi Fausto.

Archivio storico

L'archivio storico, secondo la legislazione italiana, è la terza e ultima fase della vita dell'archivio.

Un archivio diventa storico dopo trent'anni di deposito di documenti, durante i quali vanno gradualmente ad affievolirsi fino a pressoché estinguersi gli interessi di natura pratica, contabile, amministrativa e giuridica degli atti in esso contenuti; d'altro canto dopo trent'anni si considera ormai maturato un interesse di tipo culturale e storico, per questo l'archivio viene messo a disposizione di terze persone mosse da fini di studio.

La vita dell'archivio è scandita da una fase di formazione nel presente (l'archivio corrente), una fase di transito (l'archivio di deposito) ed una fase finale, senza scadenza temporale (l'archivio storico, appunto). 

Secondo la legislazione italiana, vi sono varie modalità per cui un documento venga versato in un archivio di concentrazione: se il materiale proviene dagli organi periferici dello Stato, si occuperà dello smistamento tra documenti da scartare e da versare la Commissione di scarto e sorveglianza locale tramite l'analisi del valore diretto e indiretto di quel documento ad opera dell'archivista inviato dall'Archivio di Stato competente; se il materiale proviene da altri soggetti produttori (enti pubblici territoriali ed enti privati), la regola è che i primi abbiano un locale dove destinare il materiale archivistico destinato alla conservazione secondo il massimario di scarto; i secondi, invece, possono far versare il loro archivio tramite varie modalità (comodato, cessione, donazione), dopo che questi è stato valutato e analizzato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica competente.
 

Modalità di accesso

Si accede alla struttura dal portone principale sito in Piazza S. Marco, 15, 60030 Castelbellino AN.

Come arrivare

Piazza S. Marco, 15, 60030 Castelbellino AN

mappa

Costi

L’accesso al municipio è gratuito.

Orario per il pubblico

Consultare le schede dei singoli uffici per ricevere informazioni in merito agli orari di apertura.

Luoghi collegati

Delegazione Comunale

Via Giovanni Falcone, 15, 60030 Castelbellino Stazione AN

Delegazione Comunale

Ulteriori informazioni

Mail: protocollo@castelbellino.pannet.it
Centralino unico: 0731 701606
WhatsApp: 3397784595
 

Ultimo aggiornamento: 22-04-2024

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